Filippo Turetta ha pronunciato parole cariche di pentimento e volontà di assumersi la responsabilità per l’uccisione di Giulia Cecchettin. Di fronte al giudice Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni Turetta, il giovane studente universitario di 21 anni ha scelto di non rispondere alle domande, ma ha reso brevi dichiarazioni spontanee, ripetendo quanto precedentemente confessato alla polizia tedesca. Le sue parole sono state selezionate con attenzione, probabilmente con l’assistenza del suo avvocato Giovanni Caruso.
Turetta, attualmente detenuto nel carcere di Verona, ha confessato davanti al giudice di essere responsabile dell’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. Ha espresso profondo rammarico per la tragedia causata e ha dichiarato apertamente il desiderio di pagare per le sue azioni. Il giovane ha manifestato la sua afflizione, sottolineando che non intende sfuggire alle responsabilità e che è disposto ad affrontare le conseguenze giuste per il suo gesto.
Nel corso del suo monologo, Turetta ha cercato di esplorare le emozioni e gli eventi che hanno portato all’omicidio, definendo questo processo di ricordo come un tentativo di comprendere ciò che è accaduto quella sera. Un passaggio “chiave” che sembra mirare a distanziare l’ipotesi di premeditazione. L’uso del verbo “scattare” suggerisce l’idea di un raptus omicida, suggerendo la possibilità che il ragazzo abbia agito in preda a un blackout, aspetto su cui la difesa potrebbe basare la sua strategia, cercando di escludere la premeditazione che potrebbe portare a una condanna a vita per Turetta.
La strategia difensiva potrebbe concentrarsi sulla possibile assenza di premeditazione, in contrasto con gli elementi presenti nel caso, come i coltelli, il nastro adesivo, i soldi in contanti e il cambio di vestiti, elementi che potrebbero far pensare a un delitto pianificato invece che a un impeto d’ira.
Turetta ha dichiarato che aveva intenzione di consegnarsi e farsi arrestare fin da subito, dimostrando un atteggiamento di cooperazione che potrebbe influire sulle valutazioni delle circostanze attenuanti e aggravanti. Il giovane non ha fornito dettagli sull’omicidio o sul movente, lasciando presumibilmente spazio a una confessione più dettagliata nel prossimo interrogatorio con il pm Petroni.
Attualmente, Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona. Tuttavia, l’avvocato di Elena Cecchettin, sorella della vittima, sostiene che possa esserci anche l’aggravante dello stalking. L’avvocato Nicodemo Gentile ha descritto Turetta come un molestatore assillante, evidenziando un comportamento caratterizzato da un desiderio ossessivo nei confronti di Giulia, che ha portato a uno stato di ansia e disorientamento nella vittima. Un atteggiamento da dominatore che, secondo l’avvocato, ha condotto prima a molestie e controllo e infine all’omicidio, al fine di soddisfare una volontà persecutoria.
Last modified: Dicembre 12, 2023