Scritto da 4:52 pm Venezia, Cultura, Politica

La richiesta di Woman Life Freedom per gli artisti iraniani alla Biennale

Il movimento Woman Life Freedom ha sollevato una fervente richiesta di esclusione dell’Iran dalla Biennale di Venezia 2024, un appello che si basa sul caso Mahsa Amini.

Sara Stefanovic

Questo appello è stato presentato alle alte sfere della prestigiosa accademia d’arte, con l’obiettivo di ottenere l’esclusione dell’Iran “a nome degli artisti dissidenti e indipendenti, nonché del popolo iraniano perseguitato”.

L’attenzione del movimento non è rivolta a una sterile polemica, bensì alla necessità di fornire uno spazio significativo agli artisti iraniani che si oppongono al regime. La richiesta è chiara: ospitare tali artisti durante gli eventi della Biennale, in modo simile a quanto concesso agli artisti palestinesi. Woman Life Freedom sottolinea l’importanza di rompere gli schemi consolidati e offrire una piattaforma alla voce dell’opposizione iraniana.

Questa iniziativa si colloca in continuità con l’approccio adottato negli anni dalla Biennale, che ha precedentemente dato spazio ad artisti dissidenti di rilievo come il cinese Ai Weiwei e la cubana Tania Bruguera. Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy, attraverso una lettera inviata ai vertici della Biennale, del governo e all’Unione Europea, sottolineano l’importanza di mantenere una prospettiva inclusiva e di promuovere la diversità di voci nel contesto artistico.

La richiesta non è soltanto una questione di rappresaglia, ma un appello per il rispetto dei principi fondamentali della libertà d’espressione e della diversità culturale. Woman Life Freedom auspica che questa azione possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione degli artisti iraniani e favorire un dialogo aperto sulla necessità di proteggere la libertà artistica in tutto il mondo.

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Last modified: Marzo 1, 2024
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