Il Veneto sta assistendo ad un esodo in massa dei propri laureati dalle fabbriche, che sembra non arrestarsi. Questo rileva una ricerca condotta da Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’università di Padova.
di Gabriele Caruso
La fuga di talenti veneti non sembra avere fine. Il Veneto è la seconda regione del Nordest, dopo la Lombardia, per numero di laureati con più di 25 anni che preferiscono trovare lavoro all’estero.
Nonostante le aziende del territorio sono alla disperata ricerca di laureati, soprattutto per quanto riguarda quelli che durante il loro percorso universitario si sono specializzati nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), i giovani laureati decidono di andare all’estero, attratti dall’elevata potenzialità delle aziende presenti oltre il confine.
Questo è quanto emerso da una ricerca condotta da Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’università di Padova. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che emigrano soprattutto in Gran Bretagna (82 per cento dei rispondenti), perché ricevono una maggiore remunerazione rispetto all’Italia, avviene una valorizzazione del merito e, infine, tante si prospettano opportunità di carriera.
Inoltre gli intervistati hanno affermato che all’estero si trova un equilibrio tra lavoro e vita privata, grazie alla vigenza di orari di lavoro maggiormente flessibile, dovuti anche all’introduzione dello smart working.
Per questo motivo, l’economista Cristina Balbo e il professor Fabrizio Dughiero, che rientrano tra coloro che hanno condotto questa ricerca, fanno appello alla formula “FLEM”. In parole povere, un’azienda deve fare attenzione al benessere dei propri collaboratori; aiutare i collaboratori realizzare una leadership trasformazionale che gli consenta di mettersi in proprio; valorizzare la meritocrazia e farlo nella maniera più trasparente possibile.
Last modified: Febbraio 13, 2024
