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Confessione di Filippo Turetta: “Le ho dato dodici, tredici colpi con il coltello”

VENEZIA (sabato 22 giugno 2024) – Le parole di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, sono state rese note ieri sera durante la trasmissione Quarto Grado di Rete4, riportando dettagli agghiaccianti dal verbale di interrogatorio al pm.

Di Daniel Caria

Turetta ha descritto con freddezza i momenti dell’aggressione:

«Le ho dato, non so, una decina, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. Era rivolta all’insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio. Era come se non ci fosse più. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti».

La serata è iniziata al centro commerciale La Nave de Vero di Marghera, dove i due sono rimasti fino alle 23. Successivamente, si sono diretti verso la casa di Giulia, fermandosi però in un parcheggio a Vigonovo per evitare di essere visti. Turetta racconta:

«Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric. Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me».

Turetta ha poi preso un coltello dalla tasca posteriore del sedile del guidatore:

«L’ho rincorsa, l’ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava aiuto ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio. Mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo».

Quel coltello, trovato rotto in un parcheggio durante le prime perlustrazioni dopo la denuncia di scomparsa della ragazza, conferma la sua versione. Turetta ha continuato:

«Ho preso Giulia per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva. Ha sbattuto la testa. L’ho caricata sul sedile posteriore. Era sdraiata sul sedile, poi si è messa seduta. Si toccava la testa. Pensavo solo a guidare. Poi ho iniziato a strattonarla a tenerla ferma con un braccio».

Ha poi cercato di metterle lo scotch sulla bocca, ma Giulia è riuscita a scendere dall’auto e a correre:

«Avevo due coltelli nella tasca, e in auto dietro al sedile del guidatore. Uno l’avevo lasciato cadere a Vigonovo. Ho preso l’altro e l’ho rincorsa. Non so se l’ho spinta o è inciampata. Continuava a chiedere aiuto».

Infine, Turetta ha inflitto a Giulia le coltellate che le hanno tolto la vita. La confessione dettagliata e cruda del giovane lascia sgomenti e fa emergere l’orrore di un crimine che ha sconvolto la comunità.

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Last modified: Giugno 27, 2024
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