Scritto da 2:42 pm Venezia, Cultura

Biennale di Venezia: la parola chiave è Stranieri

La 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia abbraccia l’arte estera dando spazio ad artisti stranieri che si stanno distinguendo sul panorama internazionale.

Benvenuti nell’affascinante mondo dell’arte sperimentale e provocatoria, dove gli “strani” e gli “estranei” prendono il centro del palcoscenico. La 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, intitolata “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere“, è un audace viaggio curatoriale a cura di Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museo d’Arte di San Paolo del Brasile. In mostra, artisti indigeni, queer e autodidatti convergono in una celebrazione dell’alterità e della creatività che sfida i confini dell’estetica tradizionale. Da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024, questa straordinaria esposizione invita il pubblico a esplorare nuovi mondi visivi e a riflettere sul significato dell’appartenenza, dell’identità e della diversità nell’ambito dell’arte contemporanea.

Foreigners Everywhere: cosa aspettarsi dalla Biennale di Venezia quest’anno

Nel cuore della Biennale Arte 2024, un principio guida rivoluzionario dà vita a un’esposizione senza precedenti, focalizzandosi su artisti che fanno il loro debutto assoluto nella prestigiosa Esposizione Internazionale. Mentre alcuni di loro possono vantare partecipazioni in Padiglioni Nazionali o Eventi Collaterali, il focus è posto sulle voci emergenti, sulle prospettive inedite che si affacciano sulla scena artistica globale. Un’attenzione particolare è riservata ai progetti all’aperto, che trasformano l’Arsenale e i Giardini in un palcoscenico vivace e interattivo, invitando il pubblico a immergersi nelle opere come parte integrante dell’esperienza artistica.

Il titolo provocatorio “Stranieri Ovunque”, tratto da una serie di opere del collettivo Claire Fontaine, aggiunge uno strato di significato complesso all’intera esposizione. Fondata a Parigi e ora con sede a Palermo, Claire Fontaine presenta sculture al neon dai vivaci colori, portanti la dichiarazione multilingue “Stranieri Ovunque”. Questa espressione, prelevata dal nome di un collettivo torinese attivo nei primi anni Duemila, è intrisa di una storia di attivismo contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

L’utilizzo di questo titolo riflette l’intento della Biennale di esplorare le tematiche dell’alterità, dell’inclusione e dell’identità, incanalando il fervore di artisti che, in modi diversi, affrontano le sfide e le ricchezze della diversità culturale. Durante i giorni di pre-apertura e nell’ultimo fine settimana dell’esposizione, un programma di performance avvolge gli spettatori in una narrazione dinamica e coinvolgente, amplificando la voce di artisti audaci che sfidano le convenzioni e spingono i confini dell’arte contemporanea. In questo contesto, la Biennale Arte 2024 emerge come un palcoscenico globale per il nuovo, l’inatteso e il profondamente ispiratore.

Una ventata di novità per la Biennale Arte 2024

Il Nucleo Contemporaneo

Il Nucleo Contemporaneo della Mostra rappresenta un’immersione profonda nell’intricato tessuto semantico del termine “straniero”, spingendosi oltre il mero significato di “estraneo”. Questa esplorazione inizia con un’analisi etimologica, tracciando i legami di “strano” e “estraneo”, per poi estendersi e concentrarsi su sottogruppi altrettanto influenti e significativi.

Il concetto di “straniero” va ben oltre la mera estraneità, poiché il Nucleo Contemporaneo mira a dare voce a soggetti spesso messi ai margini della rappresentazione tradizionale. In primo luogo, si esplora l’universo dell’artista queer, individuo che naviga abilmente tra diverse sfere di sessualità e generi. Spesso soggetto a discriminazioni o esclusioni, l’artista queer emerge come una figura chiave nell’indagine sul concetto di “straniero”, sfidando le norme sociali e artistiche preesistenti.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’artista outsider, figura che si colloca ai margini del mainstream artistico. Questo comprende l’autodidatta, l’artista folk e coloro che si muovono fuori dagli schemi convenzionali dell’arte. L’artista outsider sfida il concetto stesso di istituzionalizzazione artistica, portando avanti un’arte autentica e spesso ribelle.

Infine, l’esplorazione si estende agli artisti indigeni, individui spesso considerati “stranieri” nelle loro stesse terre. La Mostra si propone di rompere gli stereotipi e di offrire una piattaforma per l’arte indigena, dando voce a una prospettiva spesso negletta o distorta.

Il Nucleo Contemporaneo emerge come una prospettiva audace e inclusiva, celebrando la diversità e sfidando le categorie preconcette. La Mostra si configura così come un palcoscenico stimolante e provocatorio, dove le voci dei “stranieri” assumono una risonanza potente e trasformatrice.

Il Nucleo Storico

Il cuore pulsante del Nucleo Storico della Mostra si dipana attraverso un affascinante viaggio nel XX secolo, esplorando e valorizzando le opere d’arte provenienti da terre lontane e culture diversificate. Un trionfo di espressioni culturali avrà luogo all’interno delle tre sale del Padiglione Centrale, ciascuna dedicata a una prospettiva unica e coinvolgente.

La prima sala, battezzata “Ritratti“, si presenta come un caleidoscopio di volti provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Un inno alla diversità e alla ricchezza culturale, questa sezione offre uno sguardo ravvicinato alle storie raccontate attraverso i ritratti del XX secolo. Le espressioni, le emozioni e le narrazioni personali si intrecciano, creando un affresco vibrante e universale della condizione umana.

La seconda sala, dedicata alle “Astrazioni“, si propone di esplorare le forme dell’arte astratta provenienti da regioni che spesso sfuggono ai riflettori tradizionali. Dai vibranti paesaggi sonori dell’Africa alle geometrie espressive dell’Asia, questa sezione offre un’immersione nell’arte astratta che sfida e arricchisce la percezione estetica del visitatore.

La terza sala del Nucleo Storico si distingue per la sua dedica alla “diaspora artistica italiana nel mondo nel corso del XX secolo“. Un omaggio alle radici italiane che si sono diffuse globalmente attraverso il linguaggio dell’arte. Qui, opere di artisti italiani sparsi nel mondo si congiungono per narrare storie di identità in continua evoluzione, influenze incrociate e dialoghi culturali tra il Bel Paese e il resto del mondo.

Di Sara Stefanovic

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Last modified: Febbraio 1, 2024
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