Nel suggestivo contesto della Serenissima Repubblica di Venezia, la figura della dogaressa emergeva in primo piano rivestendo un ruolo di primaria importanza nella storia e nella cultura veneziana.
Sara Stefanovic
La mostra attualmente in corso, La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento, ospitata al Palazzo Vescovile di Portogruaro fino al 19 maggio, si propone di esplorare e celebrare la figura delle dogaresse, consorte dei dogi veneziani, attraverso un affascinante viaggio nel tempo.
Curata con maestria da Chiara Squarcina, dirigente Attività Museali della Fondazione MUVE, con la collaborazione di Pietroluigi Genovesi e la curatela di Daniele D’Anza e Luigi Zanini per MUVE, insieme a Pierpaola Mayer per il Distretto Turistico Venezia Orientale, l’esposizione intitolata “La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento” si articola in cinque sezioni avvincenti.
La mostra delinea il profilo di queste influenti donne veneziane, evidenziando il loro ruolo non solo come consorti dei dogi, ma anche come promotrici di progetti imprenditoriali, sostenitrici di iniziative innovative e visionarie, e talvolta importatrici di mode straniere che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla cultura veneziana. Attraverso un’antologia di episodi accuratamente selezionati, la mostra offre uno sguardo approfondito sulla venezianità al femminile, consentendo ai visitatori di immergersi in storie avvincenti e spesso sorprendenti che hanno contribuito a plasmare il tessuto sociale e culturale della Serenissima.
Chi era la dogaressa?
Le dogaresse erano le consorti dei dogi, i capi supremi della Repubblica di Venezia durante il periodo della Serenissima. Sebbene il ruolo ufficiale delle dogaresse non fosse formalmente definito all’interno della struttura politica veneziana, esse avevano comunque un’influenza significativa nella società e nelle cerimonie ufficiali.
Le dogaresse ricoprivano un ruolo principalmente cerimoniale e rappresentativo. Durante le cerimonie ufficiali e gli eventi pubblici, le dogaresse accompagnavano i loro mariti, i dogi, svolgendo un ruolo di accompagnamento e supporto. La loro presenza era importante per mostrare la stabilità e la continuità del governo del doge, oltre a conferire prestigio alla sua figura.
Nonostante il ruolo ufficiale delle dogaresse fosse limitato, esse comunque avevano una certa influenza sociale e politica. Spesso venivano coinvolte nelle attività filantropiche e nei lavori di beneficenza, contribuendo così al sostegno della comunità veneziana. La loro presenza era particolarmente evidente durante le festività religiose e le celebrazioni pubbliche, dove partecipavano attivamente alle cerimonie e agli eventi sociali.
Le dogaresse erano anche responsabili della gestione delle dimore dei dogi, che fungevano da centri di rappresentanza e di intrattenimento per l’élite veneziana. Queste residenze erano spesso luoghi di incontri diplomatici e sociali, dove le dogaresse giocavano un ruolo importante nel facilitare i rapporti tra le famiglie nobili e i rappresentanti stranieri.
Nonostante la loro influenza e importanza all’interno della società veneziana, le dogaresse erano spesso soggette alle stesse restrizioni sociali e culturali che limitavano le donne dell’epoca. La loro posizione era strettamente legata al loro status matrimoniale e alla posizione sociale dei loro mariti. Tuttavia, il loro ruolo simbolico e il loro impegno nelle attività pubbliche e filantropiche contribuivano alla solidità e al prestigio della Repubblica di Venezia.
Last modified: Febbraio 15, 2024