Il segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia, Daniele Giordano, lancia l’allarme lanciato rispetto la precarietà del lavoro che caratterizza il tessuto sociale della città di Venezia.
Gabriele Caruso
Non c’è Mose che tenga, secondo il segretario generale della Cgil del Veneto, Daniele Giordano, alla diffusione del lavoro precario nella Laguna. A preoccuparlo, sono infatti gli innumerevoli contratti di bassa e bassissima durata e qualità, tutti rivolti al settore terziario. Ne consegue che le condizioni sociali del lavoro, sono addirittura più fragili di quelle strutturali del patrimonio architettonico e urbano, messo da secoli a dura prova dall’erosione dovuta all’acqua salata.
Queste le parole del segretario della Cgil del Veneto, Daniele Giordano, in merito alle condizioni dei lavoratori veneti: «Il settore terziario rappresenta ormai quasi la metà dei lavoratori occupati, arrivando circa al 43% del totale e superando di gran lunga i settori industriali che impiegano oggi meno di un lavoratore su tre. Questo quadro evidenzia la specificità del nostro territorio anche rispetto alle altre province del Veneto e al panorama nazionale, dove invece c’è ancora un discreto equilibrio tra terziario e industria». «Nel territorio i settori connessi all’attività turistica come la ristorazione e la gestione degli alloggi sono quelli dove l’occupazione è cresciuta, senz’altro. Ma è una crescita malata, – continua il segretario Daniele Giordano – caratterizzata da una grandissima precarietà e da bassi salari, elementi dovuti alla presenza significativa di contratti part time che colpiscono soprattutto le donne. Insomma, la graduale migrazione dai settori industriali è approdata a un terziario non avanzato, ma di basse qualifiche, basse retribuzioni che si scaricano in particolare sulle donne. Un dato che si riflette con le tipologie di assunzione, se pensate che sul nostro territorio ormai il tempo indeterminato rappresenta un’assunzione ogni dieci nuove attivazioni».
Sottolineando poi anche l’occasione persa del Pnrr da parte di Venezia: «Venezia ha perso l’occasione del Pnrr, non c’è stato nessun progetto vero di investimento su determinare condizioni di sviluppo diverse da quelle che abbiamo oggi. L’unico progetto – spiega, Daniele Giordano, il segretario generale della Cgil veneziana – che era stato presentato è stato quello del nuovo stadio e del palazzetto dello sport. Non c’è stata nessuna operazione di bonifica delle aree di Porto Marghera, nessun investimento sulla riconversione industriale di Marghera attraverso l’avviamento di produzioni innovative o anche investendo sul settore dell’energia, su un polo dell’idrogeno, niente di niente. Ormai il turismo sembra essere l’unica economia del territorio. Un’economia che si fonda su precarietà e bassi salari».
Last modified: Febbraio 6, 2024