Venezia (venerdì 28 febbraio 2025) — Il recupero e il riutilizzo delle materie prime critiche rappresentano un settore strategico per l’industria europea, sempre più dipendente dall’importazione di risorse fondamentali come litio, terre rare e metalli preziosi. Porto Marghera si propone come un polo d’avanguardia in questo ambito, sviluppando tecnologie innovative per il riciclo dei materiali contenuti nei rifiuti elettronici e nei pannelli solari a fine vita.
di Alice Grieco
Un esempio significativo è la startup 9-Tech, che ha sviluppato una tecnologia avanzata capace di recuperare fino al 90% dei materiali dai pannelli solari esausti. Considerata la crescita esponenziale dei rifiuti fotovoltaici (stimata in 78 milioni di tonnellate a livello globale entro il 2050), l’innovazione di 9-Tech permette di separare e recuperare con elevata purezza gli elementi costitutivi dei pannelli, riducendo costi e impatto ambientale. Il processo, testato con successo in un impianto sperimentale autorizzato nel 2022, è ora in fase di industrializzazione con il supporto della Depuracque Srl.
Parallelamente, Veritas opera nel settore del recupero dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). L’inefficiente gestione di questi rifiuti porta alla dispersione di circa 10 miliardi di euro di materie prime ogni anno in Europa, a causa della scarsa raccolta e del traffico illegale. Un miglioramento della tracciabilità dei flussi di rifiuti, insieme a un rafforzamento dei centri di raccolta e a una maggiore sensibilizzazione, potrebbe contribuire significativamente a ridurre tali perdite.
L’integrazione di questi processi nel sistema industriale può rappresentare un volano per l’economia circolare italiana, riducendo la dipendenza dall’estero per le materie prime critiche. Settori strategici come l’aerospaziale, l’elettronica e l’automotive sono particolarmente esposti alle fluttuazioni del mercato globale delle risorse. Secondo le stime, entro il 2040 l’adozione di soluzioni avanzate di economia circolare potrebbe coprire fino al 32% del fabbisogno nazionale di materie prime critiche.
Queste tematiche sono state affrontate in un workshop organizzato dalla Venice Sustainability Foundation (VSF) in collaborazione con il Green Propulsion Laboratory di Veritas presso l’auditorium del museo M9 a Mestre. Tra i partecipanti figurano esperti del settore, rappresentanti istituzionali e aziende leader nel campo della sostenibilità e del riciclo industriale.
Secondo Alessandro Costa, direttore della VSF, l’obiettivo è quello di creare consapevolezza e promuovere strategie innovative che possano conciliare le opportunità economiche con la sostenibilità ambientale. Il concetto di “urban mining”, ovvero l’estrazione di materiali preziosi dai rifiuti urbani, rappresenta una soluzione concreta e sostenibile alla crescente domanda di materie prime critiche.
Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, ha sottolineato il ruolo chiave dell’Ecodistretto di Porto Marghera, un’area di 15 ettari precedentemente bonificata e destinata all’industrializzazione dell’economia circolare. In questo contesto, oltre al riciclo di plastica, vetro e metalli, stanno emergendo nuove iniziative industriali per il recupero di materiali da pannelli fotovoltaici, batterie esauste e dispositivi elettronici contenenti terre rare.
Grazie al sostegno del Ministero dell’Ambiente e del Comune di Venezia, sono state avviate sperimentazioni mirate alla creazione di una bioraffineria e al recupero del litio e delle terre rare presenti nei dispositivi elettronici.
Tag: industria tech, marghera, opportunità, recupero metalli preziosi, rifiuti Last modified: Febbraio 28, 2025