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Mosca detta le condizioni: no concessioni territoriali all’Ucraina

Alla vigilia dell’atteso incontro a Riad tra le delegazioni americana e russa – il primo dall’inizio della guerra quasi tre anni fa – Mosca impone le sue condizioni per i futuri negoziati di pace sull’Ucraina. Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha escluso qualsiasi restituzione di territori a Kiev e si è opposto alla partecipazione europea ai colloqui, accusando l’UE di voler prolungare il conflitto.

di Alice Grieco

Il ruolo delle delegazioni e le strategie di Washington

Lavrov guida una delegazione chiave composta dal consigliere diplomatico del Cremlino Iuri Ushakov e, forse, dall’oligarca Kirill Dmitriev, già protagonista nei recenti scambi di prigionieri con Washington. Dall’altro lato, la squadra americana è guidata dal segretario di Stato Marco Rubio, dal consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e dall’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, considerato la figura centrale nonostante la sua inesperienza diplomatica. Witkoff, magnate immobiliare e stretto alleato di Trump, ha già giocato un ruolo decisivo nei negoziati tra Israele e Hamas.

Zelensky escluso dai colloqui: la risposta di Kiev

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, deciso a non accettare accordi imposti alle spalle del suo Paese, intensifica la sua diplomazia. Domani sarà in Turchia, seguito da una visita ufficiale in Arabia Saudita, sebbene senza incontri con i rappresentanti russi o americani. Tuttavia, la coincidenza con i negoziati a Riad solleva interrogativi. Kiev, per ora, è stata esclusa dal tavolo delle trattative.

Mosca e Washington: un nuovo equilibrio geopolitico?

L’incontro di Riad non è solo un passo verso possibili negoziati sull’Ucraina, ma un tentativo di ristabilire le relazioni tra Washington e Mosca. Trump punta a un vertice con Putin “molto presto”, sebbene senza una data fissata. Secondo il presidente americano, Putin non vuole “tutta l’Ucraina”, ma una fine rapida del conflitto, assicurando che Zelensky sarà coinvolto in un secondo momento.

Europa fuori dai giochi? Il nodo delle forze di peacekeeping

Il Cremlino rifiuta qualsiasi presenza di truppe europee come forze di peacekeeping, spingendo gli Stati Uniti a valutare opzioni alternative. Secondo The Economist, l’amministrazione americana potrebbe considerare il coinvolgimento di Paesi extraeuropei, come Brasile o Cina, quest’ultima già vicina a Mosca durante il conflitto. Nel frattempo, il premier britannico Keir Starmer, in visita alla Casa Bianca, si dice pronto a inviare soldati per garantire la pace in Ucraina.

L’incontro di Riad segna un punto di svolta nei rapporti internazionali e nella gestione della guerra: la pace sembra ancora lontana, ma la partita diplomatica è appena iniziata.

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Tag: , , , , Last modified: Febbraio 18, 2025
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